È successo tutto molto velocemente: gli strumenti digitali in azienda hanno visto una crescita esponenziale negli ultimi 12 mesi (fonte: Digital Report 2021 di WeAreSocial e Hootusuite).
Fino a qualche tempo fa molte realtà si basavano ancora sulla relazione puramente interpersonale, la stretta di mano, i report scritti a penna, mentre altre, più lungimiranti erano già abituate a fare riunioni allargate online. Oggi tutto è cambiato, la tecnologia, la digitalizzazione non sono più qualcosa di superfluo. Chi non governa in maniera ottimale, organizzata e mirata la comunicazione online difficilmente potrà passare incolume da questo tornado da cui siamo stati travolti.
Un tornado, vero, ma è risaputo, le crisi attivano l’ingegno, e chi in un momento di difficoltà invece che stare a guardare ha pensato ad organizzarsi, ad uscire dalla comfort zone, oggi magari ha più lavoro di prima, o comunque più del competitor che è stato passivamente a guardare.
Digitalizzarsi è importante, avere una strategia di comunicazione è importante: gestire bene la comunicazione digitale è importante almeno tanto quanto esserci.
Digitalizzazione e valore umano: il significato del cambiamento
Siamo pigri è vero, superare un condizionamento mentale che porta ad operare entro confini noti e sicuri, è difficile. Esistono strumenti che facilitano la vita lavorativa, personale, privata, pubblica, ma non vengono presi in considerazione perché richiedono una difficoltà iniziale nel dover ‘studiare’, ‘scardinare un’abitudine’, ‘capire’, poi però, se ci si ‘sforza’ un po’, tutto cambia in un attimo, tutto diventa più facile, fluido, immediato.
Un esempio? È così che siamo passati dal Nokia al Blackberry, dalla caffettiera alla macchinetta del caffè, dai cataloghi cartacei a presentazioni effetto wow, dal ‘vieni a vedere la mia azienda’ per i clienti ‘vicini’ a ‘questo è il mio sito’ per una clientela internazionale, dalla comunicazione tradizionale che si rivolge alla massa a quella mirata dei social network online.
È quello che succede a noi quando parliamo con qualche cliente scettico nei confronti di nuove soluzioni, approcci e modalità di comunicazione, soprattutto se digitali.
Non è facile far percepire il vero valore di avere degli strumenti digitali di supporto alla propria attività, qualunque essa sia. Non è facile distinguersi tra milioni di figure molto preparate ed esperte e allora come si fa? È qui che entrano in campo le soft skills.
Il valore umano è ancora fondamentale. È importante essere preparati, è altrettanto importante entrare in empatia con il cliente, per comprendere tutte le sue esigenze, facendo emergere anche quelle inespresse. In qualunque sfera oggi è importante ascoltare ed essere ascoltati con attenzione.
Tecnologia e soft skills: nuovi approcci digitali nelle relazioni professionali
La situazione che stiamo vivendo ci ha fatto fare un salto esponenziale nell’uscire dalla “zona di comfort” e sperimentare nuovi approcci per forza di cose digitali. Ci sono mille soluzioni di cui possiamo avvalerci, un percorso di digitalizzazione oggi è imprescindibile.
Esserci (o non esserci) è vitale, ma esserci nel modo giusto, studiato, organizzato fa sicuramente la differenza. Oggi sappiamo bene che la tecnologia e la digitalizzazione non sono più un optional. Ma cosa fa davvero la differenza?
Secondo la nostra esperienza è importante muoversi in maniera sapiente: esserci non basta, bisogna avere una strategia di comunicazione ben definita per evitare di perdere tempo… e denaro. E nessuno oggi può più permettersi di perdere né tempo né denaro.
Facciamo un altro paio di esempi pratici:
- Perdere tempo gestendo strumenti di comunicazione in maniera improvvisata ed approssimativa. La conseguenza? Perdita di valore del brand, perdita di opportunità commerciali.
- Perdere tempo a sistemare quello che è stato fatto male e a ‘ricollocarsi’ nella mente del target di riferimento. Posizionarsi in maniera sapiente e precisa è molto più semplice rispetto a ‘riposizionarsi’ nella mente di un consumatore che ci ha già incasellato nel ‘quadratino’ sbagliato di attività, serietà e precisione.
Affidarsi ad un esperto, soprattutto in un momento delicato come l’inizio di un processo, l’inizio di un cambiamento, la gestione di un momento di crisi è sintomo di lungimiranza.
L’ideale nella scelta del consulente di comunicazione a cui rivolgersi è valutare la sua preparazione, l’esperienza, l’empatia che genera, ma ancora più importante è il fatto che trasmetta realmente know how all’interno dell’azienda.
È importante che l’obiettivo della consulenza non sia quello di vincolare il cliente creando un rapporto di interdipendenza, ma di rendere, nel tempo, il cliente autonomo nella gestione di aspetti strategici della comunicazione, conducendolo in un percorso e facendolo crescere in maniera graduale e organizzata.